Cosa Cucino Ricette di cucina per pranzi e cene di pasta, carne, pesce ma anche dolci, torte, dessert, antipasti e tanto altro!

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Etichette: cominciamo dagli ingredienti

31-08-2014

Saper leggere l’etichetta è essenziale per fare una scelta consapevole e salutare. Potete infatti scegliere i prodotti alimentari che soddisfano di più le vostre necessità e il vostro gusto, fare una valutazione del rapporto/qualità prezzo rispetto ad altri alimenti della stessa categoria,  sapere se in essi  si annidano ingredienti che possono dare allergia o intolleranza.

 Cosa sono gli ingredienti?

Sono i prodotti alimentari (per esempio latte, farina, burro, olio, carne, ecc), le sostanze nutritive ricavate dagli alimenti stessi (come l’amido, la caseina, il glutine, le fibre, ecc.), gli aromi e gli additivi naturali o di sintesi, gli enzimi che sono stati utilizzati  per la fabbricazione e la preparazione di un determinato prodotto destinato alla nostra alimentazione. Gli ingredienti devono essere elencati in etichetta.

Non sono considerati ingredienti i coadiuvanti tecnologici (perché di solito, aggiunti nel corso del processo di produzione industriale, non si ritrovano nel prodotto finale), e i residui di pesticidi e di farmaci presenti, sebbene sotto la soglia di sicurezza, negli ingredienti vegetali o animali utilizzati. Queste sostanze, perciò, non devono essere riportate in etichetta.

In quale ordine gli ingredienti sono riportati in etichetta?

Gli ingredienti utilizzati sono elencati in ordine decrescente di peso. Ciò significa che il primo della lista è quello presente in maggiore quantità, l’ultimo in minore.

Ad esempio, nell’etichetta “frollino al cacao” sono elencati i seguenti ingredienti: farina di frumento, zucchero di canna, olio extravergine di oliva, cacao in polvere (5,1%), agenti lievitanti (carbonato acido di ammonio, carbonato acido di sodio), sale marino, aromi naturali.

Dunque, la farina di frumento è l’ingrediente presente in maggiore quantità, gli aromi naturali sono gli ingredienti presenti in minore quantità.

Vi potreste chiedere come mai solo per il cacao è indicata la quantità (5,1%, cioè 5.1 grammi per cento grammi di prodotto). La legge obbliga i produttori a indicare in etichetta la quantità degli ingredienti che sono citati nella denominazione di vendita del prodotto o che comunque lo caratterizzano (in questo caso, il cacao). Comunque il produttore può a sua discrezione indicare la percentuale anche di ingredienti non citati nella denominazione di vendita. Ciò avviene, di solito, per gli ingredienti di maggior pregio.
 

Guida sulla sicurezza alimentare

05-08-2014

La sicurezza alimentare viene spesso percepita dal consumatore come una responsabilità solo del produttore o del distributore di alimenti, senza comprendere quanto in realtà anche le azioni svolte dal consumatore stesso siano determinanti sul mantenimento della salubrità di un alimento e sulla sua conservazione.
Un alimento può essere pericoloso in quanto non sempre manifesta visibilmente alterazioni, rilevabili talvolta solo microscopicamente o “all’assaggio”.

Diverse possono essere le cause di alterazione di un alimento:
- fisiche es. contatto con aria
- chimiche es. luce/calore
- biologiche es. microrganismi

I microrganismi sono tra le cause di alterazione dei cibi più insidiose
I microrganismi sono tra le cause di alterazione dei cibi più insidiose perchè nella maggior parte dei casi non visibili ad occhio nudo; possono essere causa di patologie dovute ai microrganismi stessi (infezioni) o da sostanze da essi prodotte, tossine (tossinfezioni).

Nonostante ci si sforzi a mantenere tutto pulito, è impensabile poter garantire una sterilità assoluta nei luoghi in cui viviamo, non è un mondo asettico; è importante perciò, per il consumatore, capire come le proprie azioni quotidiane possano svolgere un ruolo fondamentale nella contaminazione di un alimento da parte di microrganismi e nel loro sviluppo.

I microrganismi come tutti gli esseri viventi presentano condizioni ambientali ottimali, di temperatura, sostanze nutritive o caratteristiche degli alimenti, in cui è favorita la loro crescita, spetta all’uomo promuovere azioni che contrastino con il loro sviluppo e prevengano contaminazioni negli alimenti.

Questo obiettivo comprende tutta la filiera alimentare ed include anche il consumatore

Butta la crisi in pentola

05-08-2014

Qualcuno mi ha detto che la parola “crisi” in giapponese è composta da due ideogrammi, uno significa “problema” e l’altro “opportunità”. In questo modo vengono messe in luce le due facce della medaglia suggerendo che ci sono possibilità anche nei momenti più bui…basta saperli trovare!
Noi occidentali siamo inclini a soffermarci sulla parte negativa, sul problema più che sulle opportunità che potrebbero esserci. In effetti quanto è cambiato il nostro modo di fare la spesa? Ci lamentiamo ma guardando cosa c’è nei carrelli della spesa non mi sembra che sia cambiato il nostro stile di vita. La risposta alla crisi e alla diminuzione di risorse non è comprare meno ma comprare in modo più consapevole, senza rinunciare alla qualità ma imparare per assurdo a comprare meglio!

Approfittiamo di questa opportunità per imparare a utilizzare ad esempio tagli di carne meno cari ma forse più gustosi di filetto e costata, gestiamo meglio la nostra dispensa come avrebbero fatto le nostre nonne ma sfruttando tutte le tecnologie che oggi abbiamo a nostra disposizione.
Guidate da buon senso e buon gusto impareremo a risparmiare dove si può senza rinunciare alla qualità delle materie prime.


Prendiamo l’esempio della carne.
Se voglio risparmiare non c’è bisogno di rinunciare alla qualità di una razza bovina italiana selezionata, potrò invece risparmiare chiedendo al banco della macelleria un taglio meno costoso, per esempio se voglio fare uno spezzatino mi farò tagliare della polpa dall’anteriore, sempre più economico del posteriore ma adattissimo alla cucina di tutti i giorni, la spalla è altrettanto buona della coscia ma è meno richiesta e quindi costa un po’ meno.

Se desideriamo fare un bel arrosto di maiale (italiano mi raccomando) in forno, non c’è niente di più tenero e gustoso della ‘coppa’, è un taglio meno pregiato dell’arista (…già il nome…) ma molto più morbido e a prova di cuoche inesperte che hanno il terrore di servire arrosti duri e stopposi, con un taglio di coppa è riuscita certa perché il filo di grasso del tipo di taglio renderà la carne tenera e saporita.

Spesso si spende non tanto per la qualità del cibo ma per tutto quello che ci sta intorno, è ovvio che se acquisto dei funghi trifolati in busta dovrò pagare anche per confezione e manodopera con il rischio di pagare molto di più per un prodotto mediocre ma molto manipolato!

Altro discorso deve essere fatto per i surgelati che mediamente sono economici quando si acquistano non piatti pronti ma ingredienti come pesce e verdure surgelati.
Possono essere molto comodi da tenere sempre a portata di mano e sono assolutamente soddisfacenti sotto il profilo nutrizionale.
Per tutte quelle preparazioni che non valorizzano tanto la forma del singolo ingrediente quanto il sapore come zuppe o stufati il surgelato è un ottima soluzione.
Riflettiamo anche su una cosa: è meglio un pesce pescato e conservato immediatamente sul peschereccio o un altro che viaggia per mezza giornata e poi giace sotto le luci del banco del pesce fresco al supermercato e che andremo a pagare almeno il doppio?

Un altro modo banale ma sempre efficace di risparmiare è quello di utilizzare solo frutta e verdura fresca ma di stagione, quando c’è ricchezza di produzione e non vengono utilizzati metodi forzati di maturazione, ne trarrà beneficio tanto la tavola quanto il portafoglio.
Un ultimo suggerimento: per non far salire il conto della spesa: evitate i semilavorati tipo sughi pronti, salse ecc.. a parte i grandi classici (tipo maionese per chi non vuole farla, ketchup, tabasco ecc) tutto il resto lo si può fare o sostituire con altro prodotto analogo fatto in casa.

Nelle ricette di Aiutoincucina troverete molte idee per ottimizzare ingredienti economici ma nutrienti e gustosi.

Come si cucina un polpo

05-08-2014

Imparate a cuocere il polpo con il metodo classico per ottenere un'insalata di polpo morbissima... tutti i vostri ospiti vorranno fare il bis!
Se pensavate che fosse difficile o peggio, come pensavo io "schifoso e viscido" vi accorgerete, come me, che non è così! e da ora in poi cucinerò un polpo a regola d'arte!

Cosa serve:
1 Polpo, 1 cipolla piccola o mezza grande, 3 foglie di alloro, 1 peperoncino fresco (se vi piace), 1 tappo di sughero (importantissimo!)

In un pentola portate a ebollizione l'acqua con la cipolla intera, l'alloro, il peperoncino e il tappo di sughero.
Quando bolle immergete piu' volte il polpo fino a quando i tentacoli non si arricciano.
Incoperchiate e fare cuocere per 40 minuti a fuoco basso.
Spegnete il fuoco e fate raffreddare con il coperchio.

Note:
per evitare che l'odore del polpo si diffonda in tutta la casa mettete un pezzo di pane impregnato di aceto bianco e mettetelo tra il coperchio e la pentola. Inoltre il tappo di sughero serve per mantenere il polpo morbido.

Cibo e caldo... che fare?

05-08-2014

Fa molto caldo ed arrivano i problemi legati a disidratazione, sensazioni dolorose ai muscoli, mal di testa, diminuzione della pressione, insonnia. Niente paura, anche per queste evenienze ci sono metodi alimentari che ci possono venire in aiuto. Alcune regole ci aiuteranno a superare questo periodo che decisamente é di disagio maggiore rispetto a quello freddo. Prima di tutto, come regola generale, mangiamo moltissima frutta e verdura, naturalmente come raccomando da sempre utilizzando i prodotti di stagione Bevete liquidi ricchi di vitamine e sali minerali come i succhi di frutta, evitate in qualunque modo le bevande gelate che possono procurare facilmente delle congestioni. Specialmente al mattino beviamo spremute di frutta alle quali aggiungeremo acqua e zucchero. Evitare il più possibile condimenti come pepe, paprika, curry; le patatine in sacchetto, i salatini, i dadi da brodo. La nostra scelta ricadrà su pasta, riso, insalate, yogurt, formaggi freschi, uova bollite e frutta dolce, legumi, pesce, tutti alimenti freschi e rilassanti. Fare molta attenzione all’uso di caffè, cacaco e superalcolici. Le verdure più consigliate sono la lattuga, la cipolla e l’aglio. Ovviamente la preparazione dei piatti freddi ci verrà in aiuto anche per ovviare al senso di inappetenza tipico nei periodi di caldo intenso. Ma attenzione, é un errore pensare che un piatto freddo possa essere preparato allo stesso modo di uno caldo e poi fatto raffreddare. Un piatto freddo deve nascere da una specifica ricetta, essere saporito nonostante la temperatura e soprattutto fresco inteso come tempi di preparazione. Per renderlo saporito ricorriamo alla collaborazione delle erbe aromatiche evitando invece, come detto, le spezie. Altro fattore importante é la scelta degli ingredienti e delle materie prime. La carne dovrà essere acquistata evitando i tagli grassi e cucinandola senza sughi ed intingoli, ad esempio un roast beef è un eccellente piatto di carne freddo. I salumi sono da evitare fatta eccezione per la bresaola. Il pesce é senza dubbio consigliabile anche perché, con la stagione favorevole, é senza dubbio fresco. Esistono ricette straordinarie fredde a base di pesce. I molluschi ed i crostacei freddi possono essere un condimento particolare e gustoso per un riso freddo ed a proposito del riso fate attenzione a sceglierlo con i chicchi lunghi e sottili, cuocetelo come cuocete la pasta, scolatelo bene ed asciugatelo. Ovviamente come già detto non facciamoci mancare le verdure fresche: piselli, peperoni, cetrioli, pomodori... La pasta potrà essere preparata fredda o anche calda ma con ricette leggere e soprattutto veloci (chi ha voglia di stare ai fornelli con il caldo?. Insomma un vademecum semplice, fatto di poche ma essenziali regole che ci aiuterà a superare il periodo estivo senza conseguenze negative.

Cappuccino fra tradizione e futuro

12-07-2014

Il Cappuccino è una delle bevande italiane più amate e copiate al mondo. Ma come si fa a riconoscere il cappuccino perfetto, il vero Cappuccino italiano di qualità fatto secondo le regole della tradizione? Quali sono gli ingredienti di qualità? Qual è la ricetta migliore? Quale tazza bisogna usare? A rispondere a tutte queste domande ci ha pensato l’Istituto Nazionale Espresso Italiano che, dopo aver gustato e sperimentato migliaia di cappuccini ha definito le regole e la ricetta del Cappuccino italiano Certificato.

Gli ingredienti
L’ingrediente principale del Cappuccino Certificato è naturalmente l’Espresso Italiano Certificato, cioè l’espresso perfetto approvato dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano e dai migliori assaggiatori di Caffè. Poi c’è il latte: secondo gli esperti del gusto deve essere rigorosamente latte di mucca fresco con un contenuto minimo di proteine del 3,2% e almeno il 3,5% di grassi per ottenere il massimo risultato sensoriale.

Come si prepara il Cappuccino
Il cappuccino perfetto contiene 100 ml. di latte montati a vapore fino ad ottenere una schiuma del volume di 125 ml e una temperatura di 55 gradi. Questa superschiuma va versata su 25 millilitri di Espresso Italiano Certificato. Ma non è finita qui, anche la tazza deve essere perfetta.

La tazza ideale per bere il Cappuccino è di porcellana bianca e può contenere 150-160 ml, deve avere il fondo ellittico, il bordo fine e la bocca larga per permettere alla schiuma di latte in caduta di formare un anello mescolandosi con il caffè. Una specie di magia di latte art.

Degustare il Cappuccino
Per testare la vera qualità del Cappuccino, come del caffè, il modo migliore è degustarlo. Gli esperti dell’Istituto Nazionale Assaggiatori di Caffè descrive così il Cappuccino Italiano Certificato:
di colore bianco, ornato da bordo marrone più o meno spesso nel cappuccino classico, con disegni che vanno dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato. La crema ha maglie strette con occhiatura molto fine o assente. Il Cappuccino Italiano Certificato ha un aroma intenso in cui ai soffusi sentori di fiori e di frutta si aggiungono quelli più prestanti di latte, di tostato (cereali, caramello), cioccolato (cacao, vaniglia), e frutta secca. Sono assenti odori empireumatici e biochimici negativi. Il corpo è importante e si esprime con una sensazione suadente, di panna e di elevata percezione sferica, supportato da un sapore amaro tenue e da una bilanciata acidità, quasi impercettibile. L’astringenza è praticamente assente.

Di base deve esserci un caffè espresso di qualità e macinato da poco. Bisogna, inoltre, utilizzare del latte intero, soprattutto fresco e non a lunga conservazione. Questi deve quindi essere montato in modo tale che assuma la consistenza di una crema priva di microbolle. La temperatura in tazza dovrebbe poi risultare intorno ai 50 gradi. Ognuno ha però le proprie preferenze e il barista deve essere sempre in grado di montare il latte a seconda delle esigenze del cliente. La capacità della tazza da cappuccino, infine, dovrebbe essere di circa 18 centilitri.

 

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